martedì 18 giugno 2013

Ccà me lasciat - Cilento Rootz

Le note si spandono leggere come una lirica classica, sullo sfondo sempre il Cilento una terra di incanto e meravglia, figlia di Enea e di Ulisse. La storia è semplice: un ragazzo, una ragazza e tantissimi chilometri a frapporsi tra di loro. I sentimenti si accavallano, si mescolano, quasi fanno a spintoni in un testo del genere ma fanno sì di non essere mai banali. Non è una sfida a chi soffra di più ma il canto d'amore di due anime legate in maniera indissolubile con l'aggiunta del tormento per non potersi sfiorare, guardare negli occhi o semplicemente tenersi per mano. Un amore ancora innocente, scevro da ogni impurità. Due novelli Paolo e Francesca travolti dal vento di passione ( e non di lussuria come nel girone dantesco) che non accenna a dimiuire nemmeno con la lontananza siderale. Lontananza fisica e non spirituale, corpi lontani ma anime sempre intrecciate. Il tutto incorniciaato da unmare tempestoso, una distesa irriconoscibile se paragonata alla placida tranquillità estiva. Una metafora dunque per far sì che si intuisca l'umore digradante dei due protagonisti. Il fuoco estivo, il freddo, il mare e la pioggia pungente tipica della stagione invernale. Una lirica leggera, come già detto, per un amore invece pesante e pregno di umanità e delicatezza. Per i protagonisti è un lungo travaglio ma come in ogni fatica "la nottata" per forza di cose deve passare. Un inno all'amore tra umani e insieme un'ode alla terra che abbiamo l'onore di poter calpestare. terra da calpestare ma in maniera leggera, soave quasi eterea e non con passo duro e pesante come fin troppe volte è stati fatto. 
Queasta è " Ccà me lasciat", ennesimo brano auto-prodotto da alcuni giovani ragazzi di Marina di Camerota, i protagonisti del progetto "Cilento Rootz".
fonte: Cilento Rootz
 



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